La separazione dopo la nascita di un figlio. Cause, motivazioni e gestione della crisi

separazione post nascita di un figlio

La separazione dopo la nascita di un figlio è un evento traumatico e luttuoso, più difficile da elaborare rispetto a una separazione “convenzionale”.

Cosa succede alla coppia affettiva da non permettergli di far coesistere la dimensione amorosa con quella genitoriale?

Perché, un evento così importante e gioioso determina la rottura di un legame sentimentale che è riuscito a sopravvivere al tempo e alle difficoltà?

La nascita di un figlio sconvolge gli equilibri preesistenti nella coppia, richiede numerosi cambiamenti, sia a livello pratico che relazionale, nella relazione subentra una rinegoziazione di ruoli e  compiti, mentre si fa fronte ai cambiamenti generati dalla nuova vita nel contesto famiglia, appena formatosi, ci si adopera per mantenere uno spazio fisico e mentale sia individuale che per la coppia, ed allo stesso tempo, di  crearne uno per ospitare il figlio appena nato.

Nella teoria appare tutto semplice e facile da accogliere, nella vita di tutti giorni, all’atto pratico, risulta più complicato e tortuoso di quello che si crede.

La vita di coppia cambia sostanzialmente

L’accudimento di un bambino appena nato assorbe totalmente le energie dei neo-genitori, lasciando poco spazio alla dimensione romantico-erotica e di complicità.  Prendono il sopravvento tutte le questioni pratiche  necessarie per la cura del neonato e potrebbero generarsi conflitti riguardanti la suddivisione delle responsabilità; a completare il quadro, non di rado, si aggiunge la gelosia, generata da una mancanza di attenzioni, che vengono rivolte maggiormente al bambino, a discapito di quelle nei confronti del partner che si  potrebbe sentire messo in disparte.

Non meno importante è la dimensione sessuale, che dopo la nascita di un figlio subisce dei modificazioni considerevoli. Le dinamiche sono legate non solo alla sfera psicologica di entrambi i partner, ma anche, in particolar modo, ai mutamenti della dimensione fisica della madre.

 Le motivazioni che generano la crisi

I fattori più comuni che portano a una  crisi di coppia dopo l’arrivo di un figlio sono:

  • La difficoltà di gestione di tutte le incombenze che riguardano la cura. Per cura non si intende solo quella del neonato, anche di sé stessi, della casa e della famiglia nel complesso, sia quella di origine che quella nuova, formata dai neo genitori e dal bambino. Il carico mentale e fisico, riguarda, seppur in modo diverso, entrambi i partner, che devono gestire le difficoltà. Se dovesse mancare il reciproco supporto, il peso delle fatiche diventerebbe più ingombrante e gli ostacoli sembreranno insormontabili.
  • La paura per le responsabilità nei confronti del bambino ed il senso di inadeguatezza verso il ruolo di genitore. Essere genitore è un Working Progress, lo si diventa con il tempo, tra gli errori ed i successi. La discrepanza tra le aspettative e la realtà può essere causa di destabilizzazione e di profonde incomprensioni per la coppia.
  • La mancanza di sostegno reciproco e dialogo fanno si che non vengano condivise le gioie e i dolori, questo può generare solitudine che mina l’unione.
  • La vita intima di coppia sacrificata in nome di un’organizzazione della vita caotica nella quale ci si ritrova e che è molto diversa dalla vita di prima.
  • In alcuni rapporti i problemi comunicativi, sono preesistenti alla nascita del figlio, si pensa spesso che con l’arrivo del nascituro verranno appianati e spariranno, difficilmente ciò accade, anzi la situazione nella stragrande maggioranza dei casi peggiora, si amplifica, fino a portare alla separazione.

Come fare a gestire la crisi

Ci sono delle “tecniche” da utilizzare per scongiurare la crisi, per arginarla o per correre ai ripari e riorganizzare i nuovi equilibri. Non parliamo di ricette magiche, non sempre sono risolutive, l’impegno è fondamentale, non tutte le situazioni, però, prendono la stessa via.

Fondamentale è tenere a mente di essere una coppia amorosa, coltivare il rapporto fisicamente ed emotivamente, con il partner, per affrontare insieme i cambiamenti, che possono essere accettati e gestiti solo se si fa un buon lavoro di squadra, che riguarda la sfera comunicativa, quella sessuale, ma anche quella della complicità.

Angela Nadile
Mediatrice familiare

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