La mediazione familiare: la procedura di separazione che tutela il dialogo

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La mediazione familiare è una procedura di separazione che tutela il dialogo e ristabilisce un’organizzazione familiare che sappia rispondere ai cambiamenti avvenuti in seguito al divorzio. Pratica nata negli Stati Uniti ad opera di O. J Coogler, avvocato e psicologo che, provato dalla propria personale esperienza di divorzio, si occupò  delle modalità extragiudiziali non coercitive di risoluzione della conflittualità familiare.

Mediazione familiare: definizione e funzione

La mediazione familiare è un percorso rivolto alla riorganizzazione delle relazioni familiari in vista o in seguito alla separazione o divorzio. In un contesto strutturato, il mediatore familiare come terzo neutrale e con una formazione specifica, nella garanzia del segreto professionale, e in autonomia dall’ambito giudiziario, si adopera affinché i partner elaborino in prima persona un programma di separazione soddisfacente per sé e per i figli, in cui possano esercitare la comune responsabilità genitoriale.

Il percorso di mediazione, in quanto procedura di separazione che tutela il dialogo, si svolge alla presenza di entrambi gli ex partner, è strutturato in 8/10 incontri a cadenza quindicinale, ogni incontro ha una durata di un’ora e mezza. La coppia genitoriale definirà, con l’aiuto del mediatore, la nuova organizzazione familiare, prefigurando modalità, tempi e luoghi con cui i loro figli potranno continuare a mantenere i legami sia con la mamma che con il papà e le rispettive famiglie d’origine, senza escludere le figure dei nonni.

La mediazione familiare all’interno dell’ordinamento italiano

In Italia, con l’introduzione della Legge 54/2006 intitolata Disposizioni in materia di separazione dei genitori e affidamento condiviso, viene introdotto il diritto del minore a mantenere un rapporto stabile con entrambi i genitori. All’interno di questa norma si nomina esplicitamente l’istituto della mediazione familiare. All’articolo 155 sexies del codice civile si legge: “Qualora ne ravvisi la necessità il giudice, sentite le parti e ottenuto il loro consenso, può rinviare l’adozione dei provvedimenti di cui all’articolo 155 per consentire che i coniugi, avvalendosi di esperti, tentino una mediazione per raggiungere un accordo, con particolare riferimento alla tutela dell’interesse morale e materiale dei figli”.

Durante il giudizio di separazione o divorzio è possibile rivolgersi ad un mediatore?

Si, l’accesso alla mediazione è prefigurato nella legge 45/2006 come un’indicazione da parte del magistrato, il quale – se i genitori sono d’accordo – suggerisce di rivolgersi a un servizio di mediazione familiare per redigere il “progetto educativo condiviso”. Si tratta di un’opportunità per le coppie per ristabilire la comunicazione e ridefinire un accordo di separazione che tenga conto delle necessità di entrambi e in particolar modo dei figli, in una prospettiva che riconosca le relazioni familiari e intergenerazionali. Nel caso in cui la coppia decida di intraprendere il percorso di mediazione familiare il giudice sospende il giudizio assegnando alle parti un termine entro il quale avranno la possibilità di tentare di arrivare a un accordo riguardante gli aspetti patrimoniali e non patrimoniali del rapporto coniugale e gli aspetti del rapporto genitoriale

Cosa può accadere durante la prima seduta di mediazione

All’interno della stanza di mediazione, prima di avviare la negoziazione vera e propria, il professionista può avvalersi dello strumento del genogramma, su una lavagna a fogli mobili e con l’ausilio di pennarelli colorati, segna utilizzando dei simboli convenzionali, il quadrato che rappresenterà gli uomini e il cerchio le donne, gli attori della scena familiare.

Attraverso l’utilizzo di questo strumento, si amplieranno le informazioni a disposizione del mediatore – relative ai componenti del corpo familiare, alla situazione economica, abitativa e lavorativa – inoltre, le parti acquisiranno maggiore consapevolezza dei legami, delle intese e dinamiche relazionali presenti nel proprio nucleo familiare.

La riorganizzazione del tempo dei figli per costruire delle relazioni soddisfacenti

In mediazione familiare, procedura di separazione che tutela il dialogo, gli accordi presi riguardano spesso il calendario settimanale dei figli. I genitori sotto la guida del mediatore, prendono consapevolezza dei propri bisogni e imparano a distinguerli da quelli dei figli; partendo dai bisogni specifici di ogni figlio, programmano nel dettaglio il tempo, il luogo e le attività che svolgeranno con essi, affinché siano rispettate le necessità di ciascuno.

La comune responsabilità genitoriale, prevista dall’affidamento condiviso, non implica necessariamente che il figlio trascorra un tempo uguale con l’uno o con l’altro genitore, ma richiede la ridefinizione e riorganizzazione del tempo e dello spazio di qualità sufficienti a costruire delle relazioni con i propri figli.

Gli accordi presi in sede di mediazione familiare verranno presentati dalla coppia genitoriale al giudice con l’assistenza dell’avvocato. Si cerca, dunque, con la mediazione familiare di ricreare quella fiducia nel legame che nel momento in cui è sopraggiunta la crisi, è andata perduta.

Dott.ssa Marialaura Misiano
Mediatrice familiare

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Un pensiero su “La mediazione familiare: la procedura di separazione che tutela il dialogo

  1. Articolo soddisfacente, sintetizzato e spiegato nei minimi dettagli.
    Complimenti!

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