Il valore del sostegno alla genitorialità

sostegno alla genitorialità

Perché è efficace il sostegno alla genitorialità?

Nel generare un figlio, l’impegno responsabilizzante per aiutarlo nella crescita e la paura di non essere adeguato spesso conducono il genitore ad appoggiarsi a chi può offrire supporto e consiglio, dando così conferma a quel concetto che fare il genitore è un’opera assai difficile.

Il sostegno alla genitorialità nella prospettiva pedagogico-clinica

La Pedagogia Clinica ritiene che i genitori per riconoscere il proprio ruolo educativo non debbano dipendere dai suggeritori del sapere o da chi tenti di influenzarli, in quanto potrebbero essere portati ad identificarsi con un’immagine che non gli appartiene.

La Pedagogia Clinica riconosce al genitore l’unicità di quel processo naturale per cui ognuno è unico per sé stesso e quindi non condizionabile.

 Il principio pedagogico-clinico promuove nel genitore disorientato, una nuova opportunità perché possa sviluppare da sé qualità interattive indispensabili al superamento degli ostacoli, scoprire azioni educative utili ad un valido stare assieme ai propri figli.

Il Pedagogista Clinico® attraverso uno stile dialogico mira a promuovere nella persona la fiducia in sé stessa affinché possa essere in grado di progettare il proprio cammino. Il professionista attraverso incontri di gruppo o con la coppia in studio, offre un’occasione di confronto e di riflessione dal quale poter favorire un cambia-mento.

I genitori con questo supporto, che facilita l’affermazione del loro potenziale educativo, potranno riconoscere una crescita personale che avrà conseguenze positive sul rapporto con i figli, una crescita psico-affettiva ed uno sviluppo della personalità dei figli.

La genitorialità, pertanto, è definita come la complessa condizione del ruolo di genitore che può mutare significativamente a seconda del contesto, degli eventi e del tempo che passa.

Un percorso di sostegno alla genitorialità se è affrontato correttamente può costituire un’importantissima occasione di crescita, di maturazione individuale e di coppia. Esso rappresenta per ciascun genitore un’occasione di dialogo e ascolto reciproco, di confronto e riflessione sugli aspetti maggiormente problematici dell’essere genitori.

La coppia quando racconta in studio la propria storia e vicissitudini, esprime ansie e difficoltà con la consapevolezza però di poter essere ascoltata e compresa; attraverso un riflettere insieme al Pedagogista Clinico® arriva ad acquisire la certezza che nonostante tutto la famiglia sia unita e che possa far affidamento comunque su un legame solido e forte.

La coppia, nel caso in cui partecipi ad un incontro di gruppo, apprenderà la consapevolezza, attraverso il confronto con altre coppie, che anche altri hanno attraversato le stesse solitudini, paure e difficoltà.

Quando e perché un genitore ha bisogno di “sostegno”

I genitori possono decidere di intraprendere un percorso di sostegno alla genitorialità sia per affrontare problematiche di carattere generale, sia per trattare specifiche questioni relative al rapporto genitoriale quando si hanno figli neonati, in età scolare o adolescenti.

Altre questioni per le quali una coppia può ricevere sostegno sono quelle inerenti la ricerca di un figlio o l’adozione. Il sostegno alla genitorialità, inoltre, può essere di aiuto a tutti quei genitori che si stanno separando seguendo un percorso di mediazione familiare o che hanno da poco scoperto la disabilità di un figlio.

Il Pedagogista Clinico® che dà inizio ad un percorso di sostegno alla genitorialità adotta metodologie specifiche rendendo i coniugi protagonisti della riflessione.

Non è un caso che la metodologia prenda il nome di “ciclo della riflessione”: Tale metodo si basa sull’ascolto reciproco, insieme si riflette su un tema, una problematica, un particolare aspetto dell’esperienza soggettiva avendo come obiettivo principale condurre la coppia verso un cambia-mento capace di restituire un nuovo equilibrio familiare.

La “riflessione”: strategia di supporto ai genitori

La riflessione è alla base di un percorso di sostegno alla genitorialità, in quanto elemento importante nella relazione d’aiuto pedagogico-clinica.

Nelle modalità di conduzione della relazione di aiuto si rintracciano alcuni aspetti funzionali:

  • la comprensione della specificità dell’unicità della persona: per il Pedagogista Clinico® è molto importante l’ascolto della persona al fine di adattare le modalità comunicative, le metodologie e le strategie specifiche in modo flessibile ed efficace;
  • la relazione di fiducia: una componente rilevante nella relazione d’aiuto è la specifica dimensione relazionale che si crea tra il Pedagogista Clinico® e la persona, la cosiddetta relazione simpatetica;
  • la soluzione della difficoltà: quando la persona riesce a porre le distanze dalla propria difficoltà ha l’opportunità di vedere la problematica nella sua completezza e totalità;
  • L’utilità della scoperta della causa: per affrontare una difficoltà può essere importante capire i motivi della sua esistenza e le modalità con le quali si riflette sul benessere della persona;
  • la temporalità della difficoltà: la temporalità è una dimensione necessaria nella relazione di aiuto. La sua imprevedibilità è legata ai diversi aspetti personologici che la definiscono, infatti è importante rispettare i tempi della persona nel riconoscere una difficoltà;
  • la creatività come apertura e divergenza: la creatività è una forte alleata, poiché fornisce molteplici possibilità e percorsi alternativi di scoperta e supporto del sé.

Chi è il “genitore autorevole”?

Durante un percorso di sostegno alla genitorialità è importante scoprirsi e riconoscersi come “genitore efficace”, quindi autorevole, ovvero colui che sa dialogare, stabilire limiti, incoraggiare i figli e responsabilizzarli: i figli lo ascoltano con fiducia e non perché siano tenuti all’obbedienza.

Il genitore efficace sa dare spazio sia ai figli che all’altro genitore, concepisce pari diritti e pari opportunità, sa offrire spiegazioni adeguate all’età del figlio e sa esattamente che può “sbagliare” e non essere “perfetto”.

 

Dott.ssa Rossella Mangino

Pedagogista e Pedagogista Clinico®

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